Una data
che non dice niente ai più, una data sbiadita, dimenticata,volutamente
rimossa, cancellata, è il giorno della caduta di Bronte e della ritirata
tedesca verso Messina. A Mandanici doveva essere una giornata di festa, era
infatti Domenica quell' otto agosto del '43, ma improvvisamente si trasformò
in una tragica giornata di lutto ed in particolare per un suo figlio che
ebbe la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato a godersi la frescura
mattutina del vallone Carasà dove soffiava un alito di fresco venticello. Da
quel fatidico giorno sono trascorsi appena settant'anni ma sembra
un'eternità,la gente non ha dimenticato ma si è solo rassegnata davanti ai
grandi avvenimenti che hanno cambiato la storia del mondo. La ricorrenza ci
da l'opportunità di ricordare per non dimenticare le nefandezze della guerra
vissuta in modo terribile dai militari ma anche dalle popolazioni civili. Le
nostre maestre oltre ad insegnare la storia degli antichi popoli e degli
avvenimenti transnazionali dovrebbero pure rispolverare la storia nostrana
fatta di piccoli episodi ma non per questo meno importante. Non è
sufficiente ricordare i nostri morti per guerra o vittime civili solo ogni 4
novembre con la fredda lettura dei loro nomi davanti al Monumento dei
Caduti. Ognuno di loro aveva una storia tutta propria,una famiglia tutta
propria. Sono proprio queste nostre storie che ripulite dagli inutili e
perniciosi ideologismi possono rappresentare una importante risorsa
didattica in quanto ci danno l'opportunità di capire da dove veniamo e dove
vogliamo andare.
Antonino Saitta,
bisnonno del nostro attuale Vigile urbano Giuseppe, sposato con Santa Lo
Presti, quel maledetto 8 agosto del 1943 alle 6,30 divenne la seconda vittima
civile mandaniciota della seconda guerra mondiale. La prima era stata
Agatino Ricciardi il 9 maggio 1943 durante uno dei tanti bombardamenti
americani a tappeto della città di Palermo,la terza fu Carmelo Giunta il 7
aprile del 1947 per lo scoppio di un residuato bellico sotto il serro di
Badia.
I due piccoli
perfidi aerei sbucarono all'improvviso da Mualio volarono radenti al suolo
quasi prossimi ad accarezzare le cime degli alberi, spaccarono il cielo con
il loro cupo e assordante rumore amplificato dalla ristrettezza della nostra
vallata del NICITA. Tutti riuscirono a scappare infilandosi nei portoni, nei
vicoli adiacenti o al riparo dietro i muri delle case, solo Antonino Saitta
non vi riuscì sia per la tarda età, aveva 79 anni, sia perché ne aveva
sottovalutato il pericolo mentre la piazza tutta sprofondò in un silenzio
agghiacciante di morte.
Spararono
all'impazzata sulla piazzetta Carasà, ora slargo del Corso Mazzullo,
seminarono terrore e morte e con virate acrobatiche s'involarono verso la
marina dopo aver scippato la famiglia del caduto dei suoi affetti più cari
lasciandola nel dolore e nella rabbia.
Nessuno è in
grado a tutt'oggi di conoscere la nazionalità dei due aerei, si è detto di
tutto e di più. Però nella concitazione del momento nessuno è stato in grado
di prendere “la targa”. Erano uno inglese ed uno tedesco che si inseguivano
impegnati in un combattimento aereo o erano solo due spitfire della RAF in
servizio di perlustrazione a caccia di tedeschi e italiani pronti per la
ritirata ?.
Solo i fogli di
servizio di quel giorno di queste potenze militari ci potrebbero chiarire la
dinamica di quell'omicidio e darci pure i nomi di quei vili che con tanta
crudele determinata freddezza misero fine alla vita di un uomo innocente
durante una incursione che definire terroristica è da educande.
Omicidio,
perché qualcuno avanzò l'ipotesi che gli imbecilli piloti vedendo quel
vecchietto l'abbiano preso di mira facendo semplicemente tiro a segno per
dimostrare a se stessi quanto erano bravi nel colpire il bersaglio. Non
riusciamo a trovare l'aggettivo giusto, avendo centrato un obiettivo inerme.
I siciliani per gli alleati erano considerati barbari ed arretrati tanto che
Patton invitava i suoi soldati ad uccidere e massacrare senza pietà e con
determinazione. Nel loro palmares personale, quand'anche non lo abbiano già
fatto, i piloti potranno aggiungere come preda del loro raid vandalico
Antonino Saitta mentre noi lo abbiamo aggiunto a perenne ricordo sulla
lapide dei caduti di tutte le guerre come vittima civile per non
dimenticare.
L'unico segno
visibile rimasto di quella brutta giornata si trova impresso su di una
bacchetta di ferro del balcone della casa dell'attuale Sindaco Armando
Carpo, ex casa Prestandrea, posta sul Corso Mazzullo con la speranza che i
lavori in corso di ammodernamento dell'immobile non cancellino quel segno
indelebile ma che venga lasciato intatto a perenne ricordo.
Solo dieci
giorni dopo la guerra siciliana, iniziata il 9 e 10 luglio del mese
precedente con lo sbarco degli alleati, si trasferì sul continente e fu
proprio quell'8 agosto del 1943 che Kesselring ordinò a Hube di incominciare
la ritirata strategica dalla Sicilia che si concluse la mattina del 17
successivo con la conta di 9.000 caduti sul campo per l'asse
tedesco/italiano e 4.300 per gli alleati.
Il 19 agosto
arrivarono a Mandanici gli inglesi. Per accattivarsi il consenso e
accaparrarsi la calorosa accoglienza della gente misero a disposizione di
quanti si avvicinarono titubanti ai loro automezzi, gallette, cioccolata e
sigarette.