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8 Agosto 2013

8 agosto 1943

Le fotoUna data che non dice niente ai più, una data sbiadita, dimenticata,volutamente rimossa, cancellata, è il giorno della caduta di Bronte e della ritirata tedesca verso Messina. A Mandanici doveva essere una giornata di festa, era infatti Domenica quell' otto agosto del '43, ma improvvisamente si trasformò in una tragica giornata di lutto ed in particolare per un suo figlio che ebbe la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato a godersi la frescura mattutina del vallone Carasà dove soffiava un alito di fresco venticello. Da quel fatidico giorno sono trascorsi appena settant'anni ma sembra un'eternità,la gente non ha dimenticato ma si è solo rassegnata davanti ai grandi avvenimenti che hanno cambiato la storia del mondo. La ricorrenza ci da l'opportunità di ricordare per non dimenticare le nefandezze della guerra vissuta in modo terribile dai militari ma anche dalle popolazioni civili. Le nostre maestre oltre ad insegnare la storia degli antichi popoli e degli avvenimenti transnazionali dovrebbero pure rispolverare la storia nostrana fatta di piccoli episodi ma non per questo meno importante. Non è sufficiente ricordare i nostri morti per guerra o vittime civili solo ogni 4 novembre con la fredda lettura dei loro nomi davanti al Monumento dei Caduti. Ognuno di loro aveva una storia tutta propria,una famiglia tutta propria. Sono proprio queste nostre storie che ripulite dagli inutili e perniciosi ideologismi possono rappresentare una importante risorsa didattica in quanto ci danno l'opportunità di capire da dove veniamo e dove vogliamo andare.

Antonino Saitta, bisnonno del nostro attuale Vigile urbano Giuseppe, sposato con Santa Lo Presti, quel maledetto 8 agosto del 1943 alle 6,30 divenne la seconda vittima civile mandaniciota della seconda guerra mondiale. La prima era stata Agatino Ricciardi il 9 maggio 1943 durante uno dei tanti bombardamenti americani a tappeto della città di Palermo,la terza fu Carmelo Giunta il 7 aprile del 1947 per lo scoppio di un residuato bellico sotto il serro di Badia.

I due piccoli perfidi aerei sbucarono all'improvviso da Mualio volarono radenti al suolo quasi prossimi ad accarezzare le cime degli alberi, spaccarono il cielo con il loro cupo e assordante rumore amplificato dalla ristrettezza della nostra vallata del NICITA. Tutti riuscirono a scappare infilandosi nei portoni, nei vicoli adiacenti o al riparo dietro i muri delle case, solo Antonino Saitta non vi riuscì sia per la tarda età, aveva 79 anni, sia perché ne aveva sottovalutato il pericolo mentre la piazza tutta sprofondò in un silenzio agghiacciante di morte.

Spararono all'impazzata sulla piazzetta Carasà, ora slargo del Corso Mazzullo, seminarono terrore e morte e con virate acrobatiche s'involarono verso la marina dopo aver scippato la famiglia del caduto dei suoi affetti più cari lasciandola nel dolore e nella rabbia.

Nessuno è in grado a tutt'oggi di conoscere la nazionalità dei due aerei, si è detto di tutto e di più. Però nella concitazione del momento nessuno è stato in grado di prendere “la targa”. Erano uno inglese ed uno tedesco che si inseguivano impegnati in un combattimento aereo o erano solo due spitfire della RAF in servizio di perlustrazione a caccia di tedeschi e italiani pronti per la ritirata ?.

Solo i fogli di servizio di quel giorno di queste potenze militari ci potrebbero chiarire la dinamica di quell'omicidio e darci pure i nomi di quei vili che con tanta crudele determinata freddezza misero fine alla vita di un uomo innocente durante una incursione che definire terroristica è da educande.

Omicidio, perché qualcuno avanzò l'ipotesi che gli imbecilli piloti vedendo quel vecchietto l'abbiano preso di mira facendo semplicemente tiro a segno per dimostrare a se stessi quanto erano bravi nel colpire il bersaglio. Non riusciamo a trovare l'aggettivo giusto, avendo centrato un obiettivo inerme. I siciliani per gli alleati erano considerati barbari ed arretrati tanto che Patton invitava i suoi soldati ad uccidere e massacrare senza pietà e con determinazione. Nel loro palmares personale, quand'anche non lo abbiano già fatto, i piloti potranno aggiungere come preda del loro raid vandalico Antonino Saitta mentre noi lo abbiamo aggiunto a perenne ricordo sulla lapide dei caduti di tutte le guerre come vittima civile per non dimenticare.

L'unico segno visibile rimasto di quella brutta giornata si trova impresso su di una bacchetta di ferro del balcone della casa dell'attuale Sindaco Armando Carpo, ex casa Prestandrea, posta sul Corso Mazzullo con la speranza che i lavori in corso di ammodernamento dell'immobile non cancellino quel segno indelebile ma che venga lasciato intatto a perenne ricordo.

Solo dieci giorni dopo la guerra siciliana, iniziata il 9 e 10 luglio del mese precedente con lo sbarco degli alleati, si trasferì sul continente e fu proprio quell'8 agosto del 1943 che Kesselring ordinò a Hube di incominciare la ritirata strategica dalla Sicilia che si concluse la mattina del 17 successivo con la conta di 9.000 caduti sul campo per l'asse tedesco/italiano e 4.300 per gli alleati.

Il 19 agosto arrivarono a Mandanici gli inglesi. Per accattivarsi il consenso e accaparrarsi la calorosa accoglienza della gente misero a disposizione di quanti si avvicinarono titubanti ai loro automezzi, gallette, cioccolata e sigarette.