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3 Agosto 2013

Finalmente a casa

Ingrandimento immagineSono trascorsi sessant'anni ma finalmente l'Amministrazione del Sindaco Armando Carpo è riuscita a riportare, anche se momentaneamente, le antiche monete, il famoso “ tesoretto” a Mandanici.

Erano partite infangate, luride e povere nel 1952 sottratte con loro sommo gaudio ai luoghi che per più di due millenni le avevano gelosamente custodite nelle proprie visceri, sono ritornate come tanti dei nostri emigranti per rivedere le radici. Questa volta sono ritornate belle, linde, attillate, ripulite dalle incrostazioni, sistemate in una teca di legno per far bella mostra di se dal 3 agosto al 22 settembre 2013.

Sarà il caso, sarà una fortuita coincidenza, sarà la cabala, sarà quel sarà le monete hanno trovato provvisoria collocazione nella biblioteca comunale posta nell'ex palazzetto della nobile famiglia dei Mastroeni acquisita al patrimonio comunale e completamente ristrutturata, palazzetto che si trova attaccato al luogo del ritrovamento, non poteva trovarsi migliore sistemazione. Non volevano ritornare prima perché aspettavano che la loro dimora fosse completamente riattata, accogliente, avevano paura di essere rimesse nel tugurio sotterraneo o in qualcosa di simile.

Come tutte le star che si rispettano sono arrivate accompagnate dal Presidente del Consiglio Comunale Avv. Anna Misiti, dal nostro Vigile urbano Giuseppe Saitta e dalle dott.sse R. Amato e A.M. Manenti rispettivamente dirigente e funzionario Dir. archeologo in servizio presso il museo siracusano.

Il tutto scortato da un auto dei Carabinieri con il Brigadiere CA Emanuele Di Mari e l' App. Michele Ricciardella.

Ad accoglierle la massima autorità comunale il Sindaco Armando Carpo, che volutamente ha rimandato il viaggio di nozze per dare il benvenuto a queste figlie così tanto volute ed amate, il Vice Sindaco Mario Scigliano, gli Assessori comunali Amati, Briguglio, Pirri e Federica Siddi esperta nel settore.

Ci ricordano i nostri avi “ cu picca iavi caru teni” ed è proprio giusto, anche se è pur vero che Mandanici non ha “picca” ma è in possesso di un immenso patrimonio artistico, culturale e storico invidiato ed apprezzato ma poco valorizzato come risorsa economica. In altri posti, a dire il vero anche nel nostro vicinato,hanno poco o niente ma riescono così bene a vendere quel poco in loro possesso.

Mandanici non ha bisogno di venditori di fumo, ha bisogno di rendersi conto che abbandonata ormai l' olivicoltura in modo irreversibile e gli altri prodotti legati alla terra, l'unica risorsa ancora alla quale si può tentare di aggrapparsi è rimasto il turismo.

Turismo che necessariamente deve ruotare attorno alle bellezze paesaggistiche, alla salubrità dell'aria, alla limpidezza delle acque, alla zootecnia che ancora resiste, all'impianto monastico, alle numerose Chiese, ai volumi presenti nella biblioteca, alla capacità imprenditoriale dei pochi rimasti sulla breccia, facendo tutti indistintamente il mea culpa sui gravi ritardi fin qui accumulati, sulla incapacità di prevedere in anticipo quanto sarebbe accaduto.

Per quanto riguarda la mostra delle monete non sarebbe male invitare i tanti visitatori che arriveranno di volere esprimere per iscritto brevi riflessioni su quanto hanno osservato.