Sono
trascorsi sessant'anni ma finalmente l'Amministrazione del Sindaco Armando
Carpo è riuscita a riportare, anche se momentaneamente, le antiche monete,
il famoso “ tesoretto” a Mandanici.
Erano partite
infangate, luride e povere nel 1952 sottratte con loro sommo gaudio ai
luoghi che per più di due millenni le avevano gelosamente custodite nelle
proprie visceri, sono ritornate come tanti dei nostri emigranti per rivedere
le radici. Questa volta sono ritornate belle, linde, attillate, ripulite
dalle incrostazioni, sistemate in una teca di legno per far bella mostra di
se dal 3 agosto al 22 settembre 2013.
Sarà il caso,
sarà una fortuita coincidenza, sarà la cabala, sarà quel sarà le monete
hanno trovato provvisoria collocazione nella biblioteca comunale posta
nell'ex palazzetto della nobile famiglia dei Mastroeni acquisita al
patrimonio comunale e completamente ristrutturata, palazzetto che si trova
attaccato al luogo del ritrovamento, non poteva trovarsi migliore
sistemazione. Non volevano ritornare prima perché aspettavano che la loro
dimora fosse completamente riattata, accogliente, avevano paura di essere
rimesse nel tugurio sotterraneo o in qualcosa di simile.
Come tutte le
star che si rispettano sono arrivate accompagnate dal Presidente del
Consiglio Comunale Avv. Anna Misiti, dal nostro Vigile urbano Giuseppe
Saitta e dalle dott.sse R. Amato e A.M. Manenti rispettivamente dirigente e
funzionario Dir. archeologo in servizio presso il museo siracusano.
Il tutto
scortato da un auto dei Carabinieri con il Brigadiere CA Emanuele Di Mari e
l' App. Michele Ricciardella.
Ad accoglierle
la massima autorità comunale il Sindaco Armando Carpo, che volutamente ha
rimandato il viaggio di nozze per dare il benvenuto a queste figlie così
tanto volute ed amate, il Vice Sindaco Mario Scigliano, gli Assessori
comunali Amati, Briguglio, Pirri e Federica Siddi esperta nel settore.
Ci ricordano i
nostri avi “ cu picca iavi caru teni” ed è proprio giusto, anche se è pur
vero che Mandanici non ha “picca” ma è in possesso di un immenso patrimonio
artistico, culturale e storico invidiato ed apprezzato ma poco valorizzato
come risorsa economica. In altri posti, a dire il vero anche nel nostro
vicinato,hanno poco o niente ma riescono così bene a vendere quel poco in
loro possesso.
Mandanici non
ha bisogno di venditori di fumo, ha bisogno di rendersi conto che
abbandonata ormai l' olivicoltura in modo irreversibile e gli altri prodotti
legati alla terra, l'unica risorsa ancora alla quale si può tentare di
aggrapparsi è rimasto il turismo.
Turismo che
necessariamente deve ruotare attorno alle bellezze paesaggistiche, alla
salubrità dell'aria, alla limpidezza delle acque, alla zootecnia che ancora
resiste, all'impianto monastico, alle numerose Chiese, ai volumi presenti
nella biblioteca, alla capacità imprenditoriale dei pochi rimasti sulla
breccia, facendo tutti indistintamente il mea culpa sui gravi ritardi fin
qui accumulati, sulla incapacità di prevedere in anticipo quanto sarebbe
accaduto.
Per quanto
riguarda la mostra delle monete non sarebbe male invitare i tanti visitatori
che arriveranno di volere esprimere per iscritto brevi riflessioni su quanto
hanno osservato.