21 maggio 2010 Luigi Mazzullo. Garibaldino per scelta. seconda parte
Il giorno prima dell'attacco di Corriolo fu condotto o presentato al Medici,un giovine francese,se mal non ricordo, un certo Michele Quartuche, disertore. Medici lo interrogò se ciò era vero e rispose:si ho disertato:ero venuto in Sicilia per fare la guerra, ma invece di soldati ho trovato per compagni dei Micheletti, ( I Micheletti erano delle truppe locali irregolari della Catalogna che durante la guerra di successione spagnola continuarono la lotta contro la Francia nonostante fosse stata dichiarata ufficialmente la pace tra le due nazioni) ed ora se volete fatemi fucilare. E Medici, alla sua volta, volgendosi a me :ebbene, Mazzullo, fatelo fucilare. Eravamo in Merì nella casa del dr. De Gaetani. Ordinai ai quattro volontari che lo custodivano di condurlo fuori; ma giunti nel piano di fronte alla casa ordinai alto, e, staccato dal taccuino un foglietto, scrissi al carceriere di Barcellona di tenere prigioniero il disertore a disposizione del comando. Ritornato sopra, Medici m'interrogò cogli occhi, ed io gli risposi che senza un consiglio di guerra, anche proforma, non mi credevo autorizzato a fare fucilare un uomo. Medici si strinse nelle spalle e rispose: Forse fu meglio. E' meglio fu davvero, perché il giorno della battaglia di Milazzo, 20 luglio rividi il disertore francese nel palmento dell'ex ministro Cassisi, ove si era improvvisata un'ambulanza. Un colpo di mitraglia gli aveva portato via la rotella di un ginocchio. I chirurghi gli amputavano la gamba ed egli, presala, la gettò nel tino dicendo: Essa non mi appartiene più e rivoltosi a me, avendomi riconosciuto, mi disse: dite al generale che ho pagato e tramortì. Io gli baciai la fronte e con le lacrime agli occhi, gridai: Viva la Francia e proseguii la mia strada. All'indomani raccontai l'aneddoto al Medici, ma questi mi rispose: meglio lui, che un italiano. Arrivato alla vigna dietro il canneto,dove i carabinieri genovesi avevano avuto un fiero incontro coi regi ed il suolo era tutto seminato di cadaveri vidi un giovane sulla cui faccia i valorosi carabinieri avevano posata una manata di foglie di vite e dalla cera mi sembrò non ancora morto. Ne avvertii i compagni che tiravano dalla vicina noria per dissetarsi, ed essi mi risposero:eh! Il povero Brida morto! Ma io insistendo, vennero a verificare e trovarono che il loro compagno non era effettivamente morto e lo salvarono. E' questo il Brida di cui parla Raffaele Villari nel suo libro “Cospirazione e rivolta” ed al (nel) quale dice che una signorina aveva gettato un pugno di pampini sul volto. Quando un giorno rimproverai il Villari della fantastica aggiunta,mi rispose che ciò aveva fatto per abbellire la storia. Ecco l'uomo! Meglio del libro “Cospirazione e rivolta”quell'altro suo libro “Il viaggio di un uomo senza testa” In esso ritrae stupendamente se stesso e muove a riso dalla prima all'ultima pagina. Avrei da raccontare molti altri aneddoti del '48 e del '60 ma mi sento davvero vecchio e temo d'infastidire chi mi legge. In effetti così si chiudono i racconti autobiografici del nostro patriota vissuti in prima persona perciò autentici mosaici di avvenimenti che cambiarono la storia d'Italia. |