Dopo una
pausa lunga più di cinquant'anni i mannanicioti hanno riscoperto il miele
con tutte le sue virtù organolettiche. Poiché le nostre campagne sono prive
di pesticidi anche da fuori arrivano apicoltori nomadi con le loro numerose
arnie caricate su furgoni scoperti facendo pascolare le loro api nel nostro
territorio dove abbondano la macchia mediterranea, castagni e tante altre
varietà arboree.
Tutti siamo
contenti perché le api oltre a produrre il miele fanno un ottimo servizio
mediante l'impollinazione necessaria per la fruttificazione.
Mandanici da
sempre é stata una grande produttrice di miele anche se il consumo era
limitato alla popolazione locale e mai si era pensato di portarlo fuori dai
nostri angusti confini.
Una famiglia in
particolare era una grande produttrice di questo prezioso prodotto ed erano
gli Spadaro, don Vincenzo, detto muni, e sua moglie donna Vennera che tra
l'altro era una praticona nel sistemare slogature e sistemare pure qualche
frattura di lieve entità.
Anch'io ricordo
di aver potuto gustare qualche bisca di quel prezioso prodotto che
molto spesso sostituiva lo zucchero che non c'era o se c'era aveva prezzi
impossibili per le tasche della povera gente.
Mi ricordo che
negli anni '90 alcuni francesci vennero a Mandanici alla ricerca della “voie
du miel” via del miele, ma ormai tutto era andato distrutto, tutto era
andato perduto, era stato cancellato anche dalla memoria collettiva dei più
giovani ed i ricercatori hanno potuto raccogliere a fatica solo alcune
testimonianze di gente anziana come Giovanna Ottorino che ne ricordava
benissimo l'antica ubicazione dei vari alveari (cupigghiuni), che a
suo dire erano composti da ferule (ferra) ricoperte da foglie e cacca
(buina) di vacca.
Nella foto del
1928, che i ricercatori francesi hanno postato sul loro sito, ci
ripropongono un alveare a Mandanici con tante arnie e con due persone di
fisionomia locale, una delle due con un fucile da caccia, e sarebbe
interessante riuscire ad identificarli.
Ritorniamo ai
nostri giorni. I fratelli Ugo e Paolo D'Angelo e Carmelo Sturiale si sono
riproposti di riprendere le antiche consuetudini di Mandanici e pure loro
hanno impiantato degli alveari. La produzione attualmente é minima ed é
riservata al consumo familiare, nel prossimo futuro hanno intenzione di
ampliare la loro attività e proporsi anche per la vendita.
a.c.