Era
il 4 novembre del 1918 quando si concluse la prima guerra mondiale. L'Italia
sulla carta ne uscì vittoriosa ma lasciò sui campi di battaglia quasi
690.000 soldati. In tutte le guerre non ci sono vincitori né vinti ma solo
caduti e macerie. Mandanici pur essendo un piccolo paese del profondo Sud
diede il suo olocausto di sangue per la difesa dei confini italiani, sul
fronte nord orientale, distanti migliaia di chilometri in modo
sproporzionatamente alto.
I nomi dei
caduti mandanicesi di quell'immane carneficina sono stati scolpiti sul marmo
e resteranno indelebili nei secoli a venire.
Per ricordare,
per non dimenticare anche quest'anno l'Amministrazione del Sindaco Armando
Carpo ha predisposto in ogni dettaglio la cerimonia di commemorazione con la
novità di un nuovo marmo preparato dalla ditta Spadaro marmi di Nizza di
Sicilia sul quale sono stati inseriti, corretti alfabeticamente, i nomi dei
nostri compaesani caduti, distinti quelli della prima guerra mondiale da
quelli della seconda guerra mondiale, dall'unico caduto nell'operazione
militare spagnola, dai tre caduti civili e dall'unico infoibato nelle cavità
carsiche subito dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943.
Dopo la Santa
Messa celebrata ancora nella Chiesa della SS. Trinità dal nostro parroco don
Domenico Manuli il corteo si è portato in piazza Dante.
Sembrano le
solite cerimonie da copia incolla, ma non è così. Ogni tanto è necessaria
una rinfrescatina della memoria per non cadere come tanti stupidi nelle
trappole predisposte da gente stolta, interessata e senza scrupoli.
Il Sindaco
Armando Carpo, dopo aver liberato con l'aiuto di due piccoli alunni il
monumento dalla bandiera italiana che lo avvolgeva, ha proceduto alla
commemorazione esternando tutta la gratitudine a quanti con il loro
sacrificio hanno consentito che l'Italia fosse libera e democratica
sottolineando come l'appuntamento commemorativo annuale sia necessario per
ricordare le brutture delle guerre e per assicurare a tutti un futuro di
pace e di benessere. Il risultato dei focolai di guerra in giro per il mondo
costringono molti sventurati ad abbandonare le loro terre per arrivare,
rischiando la vita, sulle nostre coste.
Un bravo
trombettista ha suonato il silenzio. L'Amministrazione ha deposto una corona
di alloro, i bambini della scuola dell'infanzia e quelli della primaria
accompagnati dalle loro insegnanti hanno cantato con grande bravura l'inno
di Mameli che conoscevano a memoria e successivamente hanno dato lettura dei
nomi dei caduti e di tutti quelli che hanno partecipato alla prima guerra
mondiale.
Erano presenti
alla cerimonia gli assessori comunali, il presidente del Consiglio, il
Comandante la locale stazione dei carabinieri Rosario Carrolo con l'app.to
Luigi Scozzi.
Agatino Crimi,
classe 1922, uno degli ultimi superstiti della seconda guerra mondiale era
aggrappato allo stendardo militare mentre nella sua testa mulinavano vecchie
esperienze vissute sui campi di battaglia e in prigionia.