Ufficialmente
aperta la mostra al pubblico delle antiche monete ritrovate nel lontano 20
agosto 1952 durante lavori di scavo nel sagrato del Duomo di Santa Domenica.
La mostra resterà aperta fino al 22 settembre e sarà visitabile tutti i
giorni dalle ore 18,00 alle ore 22,00.
Il Sindaco
Armando Carpo e l'Assessore Regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta
hanno tagliato il nastro dando ufficialmente il via alla visita delle
monete.
Prima del
taglio sono intervenuti il Presidente del Consiglio Avv. Annita Misiti,
l'assessore ai beni culturali Giuseppe Briguglio, l'Assessore Regionale Nino
Bartolotta, l'esperta dott.ssa Federica Siddi ed il Sindaco Armando Carpo.
Presente in piazza anche Carmelo D'Angelo che ha ricordato quanto successe
quel giorno e pure Gianni Semprevivo ha rammentato quei momenti essendo uno
dei tanti ragazzini presenti.
Fa un certo
effetto rivederle, dove sarebbe giusto che fossero, dopo averle viste per la
prima volta nel 1984 a Siracusa.
Sembrano
parlarci, ringraziarci, esortarci a non mollare, sono suadenti, bellissime,
vanitose, impalpabili, gelose del loro passato che non passa. Chi più di
duemila anni fa le ha toccate ?, chi le ha nascoste ?, da chi si volevano
nascondere ?. Non ci rispondono, ci osservano mute, sembrano divertite
davanti a tanta sana curiosità. L'arco cronologico delle monete va dal
quarto secolo a.C. (Rhegium 350/270 a.C; Syracusae 317/310 a.C ) agli inizi
del terzo secolo a.C.
Per Emilio
Gabba e Georges Vallet il seppellimento è stato fatto a cura di “piccoli
risparmiatori”ed è da collegarsi agli eventi bellici del 214/210 a.C.
Se possiamo
esprimere un'annotazione, appena in punta di penna, ci sarebbe piaciuto
vedere esposti nella sala, magari decentrati, gli articoli di Ciccio Misiti
sulla Gazzetta del Sud come pure la pagina della monografia di Armando Carpo
“Mandanici sulle tracce del passato” riguardante l'argomento in quanto sono
stati loro durante tutti questi anni di silenzi assordanti ad auspicare e a
spingere a ché questo evento oggi si potesse verificare, ma si sa nemo
propheta in patria. Poi sarebbe stato giusto, visto che era possibile e non
difficile,indicare con una targa sulla Piazza del Duomo il luogo esatto del
ritrovamento. Ma questi sono solo insignificanti dettagli in un contesto
culturale di alta qualità.
Speriamo almeno
che gli organizzatori invitino la Prof. ssa Maria Caccamo Caltabiano della
Cattedra di Numismatica greca e romana di Messina per avere degli
approfondimenti più interessanti magari all'interno di una conferenza da
tenere nei giorni a seguire
Numerosi sono
stati i visitatori presenti all'inaugurazione della mostra e dai loro
sguardi si sono dimostrarti molto attenti,curiosi e increduli nell'osservare
il “tesoretto” mandaniciano.
Il Duo
Palazzolo con il concerto di Arpe ha chiuso la serata tra scroscianti
applausi.