 Noi 
	no, lo abbiamo letto su Siciliainformazioni in un articolo a cura del prof. 
	Giuseppe Di Bella.
Noi 
	no, lo abbiamo letto su Siciliainformazioni in un articolo a cura del prof. 
	Giuseppe Di Bella.
	Il 21 ottobre 
	del 1860 il popolo siciliano fu chiamato alle urne per votare per il 
	plebiscito (democratico) dal quesito la cui formulazione non lasciava 
	alternative (o ti manci sta minestra o ti …..)
	“
	Il popolo siciliano vuole l'Italia una ed indivisibile con Vittorio 
	Emanuele Re costituzionale, ed i suoi legittimi discendenti”.
	Il 4 novembre 
	del 1860 la Corte suprema di Giustizia si riunì a Palermo per esaminare 
	tutti i verbali pervenuti dai Comuni Siciliani.
	Su 432.720 
	votanti hanno votato per il SI 432.053, hanno votato per il NO 
	solo 667 siciliani.
	Fra questi voti 
	non sono stati contabilizzati quelli dei Comuni di Ustica e di Mandanici 
	perché pur avendo votato a favore del SI il voto era stato espresso 
	per acclamazione in pubblica piazza senza distinzione di sesso e 
	età.(potevano votare per l’occasione solo i maschi che avessero compiuto il 
	21° anno di età anche se privi di censo o analfabeti)
	Nemmeno i voti 
	del Comune di Alì vennero contati perché i verbali trasmessi erano privi 
	delle risultanze finali.
	Il plebiscito 
	si potrebbe riproporre oggi nei Comuni allora esclusi per vedere se quel 
	risultato, scaturito dalla tendenza populista di allora e con una unica 
	cabina elettorale, fosse riconfermato.
	Infatti mentre 
	gli elettori aventi diritto di Mandanici votarono per acclamazione in 
	pubblica piazza,gli elettori degli altri comuni erano costretti a votare 
	quelli per il NO in una cabina, quelli per il SI in una cabina 
	diversa.
	La classe 
	politica dominante di allora a Mandanici era tutta con Garibaldi e molti 
	furono pronti a seguirlo nella battaglia di Milazzo alla fine del giugno 
	1860 ove restarono sul campo 160 morti tra i Borbone e 780 fra morti e 
	feriti tra i garibaldini. La nostra punta di diamante fu l’avv. Luigi 
	Mazzullo al quale più tardi furono intitolate delle strade a Roccalumera e 
	Mandanici per l’impegno profuso per la realizzazione della provinciale 
	Roccalumera-Mandanici.
	In modo 
	gattopardesco i benestanti mandanicesi e non solo, d’un sol colpo furono i 
	primi ad applaudire all’annessione forzata della Sicilia al nuovo Regno 
	d’Italia.