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18 Agosto 2013

18 agosto 1943

Ingrandimento immagineQuell'estate del 1943 fu veramente una estate calda, in tutti i sensi, da non dimenticare nemmeno per i secoli futuri. Avevamo in un articolo precedente parlato dell'8 di agosto e di Antonino Saitta la vittima innocente sacrificata sull'altare dell'idiozia umana.

Saltiamo a piè pari di dieci giorni e ci ritroviamo al mercoledì 18 di agosto. I tedeschi avevano finalmente completato alle 6,35 del giorno prima la ritirata al di là dello stretto di Messina per continuare la loro dura e sanguinosa resistenza per quasi altri due anni lungo tutto lo Stivale.

Fra i tedeschi ritiratisi anche quei due che per una settimana avevano controllato con le mitraglie nella contrada Firricchio la viabilità dall' Ionio al Tirreno. La dinamite fu collocata sotto il ponte di Pietrafitta con l'innesco pronto al fine di prevenire e di ritardare un eventuale ricongiungimento degli inglesi con gli americani attraverso questa arteria che sulle mappe militari di allora risultava completamente costruita.

Il caos era completo come quello di prima della creazione del mondo, non c'era né Re né regno, la parola d'ordine era si salvi chi può come scherzosamente ci ricordava Agatino Minerva.

Così fecero i soldati italiani di stanza a Mandanici anticipando l'armistizio dell'8 settembre. Stanchi della guerra che non condividevano abbandonarono camion e munizioni e pure le divise e si sparpagliarono per ogni dove decisi a ritornare vivi alle loro case, azione da non confondere con la codardia ma dettata solo dalla lucida consapevolezza di trovarsi immersi in un tritacarne senza via d'uscita.

Il 18 agosto, appena i tedeschi abbandonarono la Sicilia, il Podestà Arturo Lenzo, fu spodestato da una cinquantina di cittadini maschi e femmine che al coperto di improbabili ritorsioni presero il coraggio a due mani e vocianti si recarono presso la casa del Podestà posta in questo Vico IV° Roma n.4 e gli intimarono di consegnare le chiavi del portone del Municipio.

Il Podestà dopo una lunga e concitata trattativa accondiscese per evitare pericoli peggiori ed in quel preciso istante non fummo più fascisti, fummo comunisti, repubblicani, liberali, fummo tutti, o quasi, antifascisti, fummo tutti, o quasi, camaleonti.

Le tessere del PNF scomparvero d'incanto, bruciate, strappate, nessuno ne aveva mai avuta una, gli ideali del ventennio furono seppelliti per sempre, tutti, nessuno escluso, diventammo antifascisti. Il primo comandamento era diventato:sopravvivere.

Giuseppe Loteta, grande giornalista del Messaggero di Roma, allora ancora bambino quel 18 agosto si recò a piedi nella vicina Roccalumera con altri amichetti e così ebbe modo di descrivere quei momenti così importanti vissuti in prima persona mentre le navi alleate si avviavano verso lo stretto: “mai più viste tante insieme, l'una dietro l'altra o a fianco all' altra. Il mare era completamente coperto dalla marina angloamericana”.

Il diciannove agosto, arrivò a Mandanici una jeep dell’esercito inglese con a bordo alcuni ufficiali britannici e l’avvocato Ciccio Restuccia, dirigente del Movimento Indipendentista Siciliano nonché responsabile nel versante orientale dell’isola. L’avvocato aveva il compito di indicare ai militari alleati le persone più idonee a ricoprire la carica di Sindaco nei paesi del messinese. Restuccia propose di far reggere le sorti dell’Amministrazione comunale ad Amilcare Longo, esponente di spicco di una delle famiglie più in vista del paese. Longo accettò e gli ufficiali inglesi procedettero alla nomina in via del tutto informale. Qualche giorno dopo, Giovanni Argiroffi, che durante la manifestazione di spodestamento si era già auto proposto alla carica di Sindaco si recò a Messina presso il comando dell’ AMGOT e riuscì a raddrizzare in suo favore una situazione che ormai sembrava irrimediabilmente compromessa. Evidentemente le sue argomentazioni sono state esaurienti e convincenti tanto da riuscire a fare revocare la nomina di Longo e a farsi nominare Sindaco in sua vece, e non è da escludere nemmeno lo zampino di Padre Antonino Stella contro il comunista Longo, cosa abbastanza probabile visto che gli alleati tennero in grande considerazione i suggerimenti delle chiese locali.

L'auto proposizione fu ratificata formalmente dal Governo alleato solo il 21 di agosto, tre giorni dopo, di fatto ci fu un interregno di tre giorni. A seguire e controllare i primi passi della nuova Amministrazione il comando alleato inviò a Mandanici il sergente inglese Alec Harris.

Alec Harris fino al 2011 era ancora in vita e, su espressa richiesta, ci ha mandato una sua foto che lo ritrae al centro insieme ad altri commilitoni nel periodo della sua permanenza in Sicilia. Trattandosi di una “chicca” in assoluto abbiamo il piacere di condividerla con i lettori di questo sito