Da pochi
giorni abbiamo avuto notizia della tegola che si è abbattuta sulla
cittadinanza di Mandanici per quanto riguarda il suo ufficio postale.
Ufficio postale
radicato nella Comunità mandanicese fin dalla fine del diciannovesimo
secolo, messo su dal nuovo Stato unitario nell'immobile della casa Mastroeni
- Longo, l'attuale biblioteca comunale, e successivamente spostato in altri
locali fino alla collocazione attuale di Piazza Dante.
In quei tempi
lontani, economicamente veramente molto tristi, il nuovo Stato,che certo non
ha mai brillato per scelte a favore del Sud, si è caricato l'onere economico
di fornire un servizio di pubblica utilità di vitale importanza,un servizio
che raccordava il cittadino con le istituzioni.
Ora a distanza
di oltre cento anni si tenta lo smantellamento da parte dell'Ente poste
infliggendo ad un territorio già devastato nella sua economia agricola il
colpo mortale.
Il Paese nel
frattempo continua a perdere pezzi non solo di Stato ma anche di suoi figli
costretti ad abbandonare un territorio abbandonato.
A mara cu cchiù
picca poti dice un nostro proverbio, ma questa non è giustizia sociale, è
prevaricazione sociale,il forte che come al solito si accanisce sul più
debole.
Sappiamo che il
nostro Sindaco Armando Carpo ha inviato a chi di competenza una vibrata
lettera di protesta nella speranza di salvare in extremis la situazione.