Una fiumana umana uscita dalla Chiesa della SS. Trinità subito dopo scoccata la mezzanotte tra il giovedì otto maggio e venerdì nove si è incalanata lungo la Via Fabrizi per poi proseguire lungo il Corso Mazzullo e quindi a seguire lungo il tragitto che da tempo immemorabile porta a Tindari.

Ad accompagnare il lungo corteo per tutto il percorso il parroco del paese padre Domenico Manuli e quasi tutti i candidati alle prossime elezioni amministrative. Potenza della fede che riesce ad unire dove altrimenti ci sarebbe stata divisione. Per la cronaca sono stati in 67 capaci di arrivare a piedi al Santuario nel tardo pomeriggio di venerdì. Come sempre la bella abitudine degli spari di mortaretti che hanno svegliato di soprassalto quanti per motivi diversi erano andati già a dormire. Restiamo sempre dell'idea che siano soldi buttati al vento e che potrebbero essere utilizzati in modo più responsabile facendo opera di persuasione su quei pochi che ancora preferiscono questo modo atipico di onorare la Madonna. Fino a meno di cinquant'anni fa si sparava in aria con i fucili da caccia, quella moda fortunatamente è finita con le buone o con le cattive.

Ormai il pellegrinaggio di Mandanici ha superato gli stretti confini e ogni anno che passa assume i connotati di pellegrinaggio comprensoriale e non solo. Ospiti del Sindaco Armando Carpo si sono aggregati alla comitiva anche otto vigili del fuoco del Comando provinciale di Messina e due signori che dopo aver vissuto il pellegrinaggio di Santiago di Compostela hanno ritenuto doveroso partecipare anche al nostro pellegrinaggio le cui origini si perdono nella notte dei tempi,argomento già lungamente trattato nei precedenti anni con tanta difficoltà. Tanti pure i mandanicesi provenienti dall'estero e da Milano, da Roma e da altre città italiane.