1 Agosto
2013
Monete antiche in bella mostra
La
Soprintendenza ai beni culturali di Siracusa e l'Assessorato regionale ai
beni culturali hanno dato l' OK alla delocalizzazione provvisoria delle
antiche monete ritrovate a Mandanici il 20 agosto del 1952. Esse resteranno
esposte per più di un mese (dal 3 agosto al 22 settembre) e saranno visibili
nella Biblioteca comunale di Piazza Duomo, a due metri dal luogo del loro
rinvenimento. Ecco le 44
monete che il Segretario comunale Rag. Carmelo Caminiti con il suo immediato
intervento e con l'aiuto dei Carabinieri riuscì a recuperare e consegnare al
Museo di Siracusa così come previsto dalla legge 1089/1939:
-
Syracusae: età di
Agatocle (317- 310 a.C.) due monete di bronzo di mm. 15. Il davanti:
testa del giovane Ares laureato,di profilo a destra. Davanti al volto
APE… dietro l’occipite, delfino. Il retro
Toro cozzante a
sinistra.
Syracusae: età di Ierone II – sette monete di
bronzo di mm. 18. Il davanti presenta: testa di Poseidon di profilo a
sinistra, cinta di benda. Il retro :tridente tra due delfini, ai lati del
manico
.
-
Mamertini:
due monete di bronzo: trias, mm. 23 anteriore al 225 a. C.. Il davanti:
testa di
Ares laureato, di profilo a destra,dietro due globuli. Sul
retro: Athena incedente verso destra con lancia abbassata, mentre dà di
piglio allo scudo che di taglio le è davanti poggiato a terra dietro
.
-
Rhegium circa 350- 270 a.C. undici monete di bronzo mm.
21 Il davanti: protome di leone
Di fronte. Sul retro
. Testa di Apollo
laureato, con lunga capigliatura,di profilo a destra,dietro simboli vari
(patera, stella, spiga, cornucopia, oinochoe) o monogramma AV.
Dodici monete di bronzo mm. 22 Sul davanti:
testa di Apollo laureato con capigliatura fluente dietro il collo,di profilo
a sinistra,dietro l’occipite, simboli vari (delfino, lira, Kylix o pyxis)
sul retro Tripode, ai suoi lati
.
Due monete di bronzo mm. 22 sul davanti :testa
di Artemide diademata di profilo a destra, sul retro: Lira, ai suoi lati
, posteriore al 203 a.C.
Una moneta di bronzo:tetras, mm. 24 , sul davanti: teste di
Apollo ed Artemide affiancate, di
Profilo a destra. Sul retro:
tripode
-
Roma
:monetizzazione romano- campana 268- 211 a.C.
Una moneta d’argento: Victoriatus, mm.16 sul davanti: Testa
di Zeus laureato, di profilo a destra sul retro: Vittoria che incorona un
trofeo posto di fronte a lei. Nell’esergo ROMA.
Una moneta di bronzo sextans, mm.30 sul davanti: Aquila
stante verso destra davanti + e ROMA dietro due globetti. Sul retro: lupa a
destra allattante i due gemelli, nell’esergo due globetti.
Due monete di bronzo uncia, ridotta, mm 19 sul davanti: testa
di Marte con elmo, di profilo a sinistra, dietro il collo globetto. Sul
retro: prora di nave a destra,sopra ROMA, sotto globetto.
Due monete di bronzo, uncia ridotta, mm. 19 sul davanti:testa
di Roma verso destra, con elmo cristato, dietro globetto. Sul retro: prora
di nave a destra, sopra spiga di grano e ROMA
Una moneta di bronzo, uncia, mm.21 sul davanti: testa di
Apollo a destra, davanti globetto. Sul retro: prora di nave verso destra
sopra ROMA.
La Gazzetta del
Sud, appena nata, si interessò dell'avvenimento con un articolo del 27
agosto 1952 titolato “importante scoperta numismatica a Mandanici”.
L'articolo continuava “è difficile potere stabilire
di quale epoca esse siano e quale sia stata l'epoca del conio. Tuttavia con
ogni esattezza, si può affermare, trattandosi la parola “Reginon” di un
genitivo plurale greco, che le monete munite di tale scritta siano state
coniate a Reggio Calabria durante la dominazione greca della Magna Grecia.
Alla parola, infatti potrebbe attribuirsi il significato “dei
reggini”. Particolari interessi suscitarono altre due monete, uniche nella
loro specie, per la chiarezza del conio, per le diverse dimensioni e per le
diverse epoche cui si riferiscono. Nella prima di esse, di dimensioni
spesse, visibilmente appare da una parte una lupa con due bambini allattanti
mentre dall'altra un'aquila con la scritta ROMA. Nella seconda mentre da una
parte si nota una testa di guerriero, dall'altra, apprezzabile per la
chiarezza del disegno e per la precisione delle linee e per la eurotmia
delle forme, una figura di guerriero armato di scudo e lancia balza viva,
portando ai bordi uno scritto MAMEERTINUM. Un'altra moneta ancora suscita
interesse per una testa di re riconoscibile forse per la testa di Pirro.
Ci sentiamo di
dire che non è sufficiente dare spazio ad eventi culturali così importanti
senza un seguito legato all'avvenimento, se passata la festa gabbatu lu
santu e tutti saremo contenti. Le monete non
dovrebbero essere fine a se stesse, non possono rappresentare solo un
veicolo pubblicitario da mostrare ai pochi turisti in giro per il nostro
paese per farci dire quanto siamo stati bravi.
Non abbiamo
elementi validi per collegare l'importante ritrovamento archeologico con
eventuali insediamenti di popolazioni di origine greca. Sappiamo comunque
che i greci già fin dall'ottavo secolo a.C. colonizzarono la Sicilia con
Zancle e Naxos in primo piano lasciando anche nella nostra Comunità molti
residuati lessicali risalenti a quel periodo. Lo studio della piccola anfora
avrebbe potuto eliminare tanti forse e rafforzare le ipotesi affascinanti. Abbiamo avuto
paura nei tempi passati quando si sono presentate le occasioni di potere
effettuare scavi mirati alla ricerca di possibili risposte scientifiche per
cui le domande che tutti oggi ci poniamo ne resteranno prive salvo che si
voglia fare da megafono a demagogie puerili.
Chi poteva non
ha voluto o ha avuto paura,la semplice idea che scavando un po' più in
profondità sarebbe potuto riaffiorare qualcosa d'interessante non è stata
ritenuta percorribile perché un eventuale ulteriore ritrovamento avrebbe
potuto bloccare i lavori che in quella piazza a più riprese si sono
succeduti. Un po' di coraggio ci avrebbe forse consentito di leggere quelle
pagine bianche del nostro lontano passato. Non sappiamo
nulla, qualcuno un po' spudoratamente non essendo supportato da dati
scientifici ha la presunzione di fornire la risposta giusta ai quesiti che
da più parte provengono, è sempre meglio di niente, ma è solo fumo negli
occhi.
L'esposizione
dei nostri gioielli deve rappresentare l'occasione e lo stimolo per
riappropriarci delle nostre radici, l'occasione buona per uscire dal
buio,l'occasione di poter godere della luce che il nostro paese merita, con
umiltà, senza vanità, senza trionfalismi con la speranza che spenti i
riflettori sull'evento non si ricada nella semplificazione,nel tram-tram
quotidiano stupido e improduttivo.
In ogni caso un
bravo al nostro Sindaco Armando Carpo per essere riuscito a fare ritornare
il figliuol prodigo a casa, anche se temporaneamente. Nel 1984
durante una gita degli anziani a Siracusa,le abbiamo riprese con la
telecamera. Si tratta di un bel ricordo, almeno per chi ha vissuto quel
momento,sono trascorsi quasi trent'anni. |