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Casa Sgarlata: e cade come corpo morto cade

E’ stata ultimata la prima fase dei lavori per l’allargamento della Via Roma con l’abbattimento della casa degli eredi Sgarlata. Pezzo dopo pezzo si è sbriciolata sotto i colpi del bobcat di Orazio Palmeri. L’operazione di demolizione, sotto un nevischio persistente, è stata seguita da numerosi curiosi. Sembra strano ma è proprio così: ci manca qualcosa cui eravamo affezionati e da tanti ricordi legati. Ci ricorda Giovanni Sgarlata, ritornato dall’America, con i suoi cupigghiuni (arnie) poste sul terrazzo e quando le api sciamavano lui cercava di ricondurle al loro posto utilizzando succo di limone e la nenia “ toh…toh…toh… a casanò”. Ci ricorda il padre della signora Matilde Barbera, don Cesare, che mentre faceva finta di addormentarsi seduto su un vicino sedile si faceva tirare per il bastone dai bambini e poi tutto ad un tratto lo lasciava facendoli precipitare tra le risate per terra. La casa ci ha visti nascere e muovere i primi passi, ci ha osservati sorniona mentre crescevamo, ha ascoltato divertita le nostre confidenze con gli amici senza mai tradirci. Adesso è andata, vecchia e malandata ha fatto il suo tempo, ha svolto lodevolmente per circa 80 anni il suo ruolo. Se n’è andata in una fredda e grigia giornata invernale lasciandoci un groppone in gola ma il suo sacrificio ci ha consentito di godere della nuova prospettiva dell’intero quartiere Spafaro e del paese intero.

 

 

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