Foibe 10 febbraio 2007. Il giorno della memoria - ARTICOLO DEL 10 FEBBRAIO 2007 - www.mandanici.net

Dal 2005, dopo tanto silenzio, il 10 febbraio di ogni anno è stato dedicato al ricordo del massacro di tanti innocenti “scaricati” nelle voragini carsiche dell’ex Iugoslavia comunemente dette foibe. E’ necessario che la memoria si mantenga viva per non dimenticare di quali atroci azioni criminali l’umanità è stata capace di macchiarsi. Non ci sono giustificazioni di sorta per quanto è avvenuto in quel lontano 1943 e nei due anni seguenti. Non ci sono motivi nuovi che possano aiutarci a dimenticare e perdonare. Occorre tenere sempre alta la vigilanza affinché ciò che è avvenuto nel pieno della seconda guerra mondiale, nella civilissima Europa, non si ripeta.

Per sensibilizzare gli alunni della scuola elementare di Mandanici, l’insegnante in pensione Graziella Bruno, figlia di Domenico infoibato il 16 settembre del 1943 ieri  ha raccontato agli alunni la sua storia personale da quando appena bambina di diciassette mesi venne separata per sempre da suo padre carabiniere a Rovigno d’Istria. “Ero abituata a versare le mie lacrime il 4 novembre di ogni anno perché fino a due anni orsono non avevo certezze sulla fine di mio padre né le istituzioni mi avevano mai aiutato a conoscere la verità.”

Con questo sfogo personale Graziella Bruno cerca di spiegare ai bambini la necessità di bandire per sempre la parola guerra dal mondo in quanto produce solo lutti e distruzione e non risolve mai le divergenze fra le nazioni mentre con il dialogo e con l’equilibrio sociale è possibile per tutti vivere in perfetta armonia. Continua raccontando le emozioni provate quando è venuta a conoscenza della crudele fine del suo genitore finito insieme a tanti altri servitori dello Stato nelle maledette foibe. “all’inizio è stato come se avessi raggiunto uno stato di quiete, di rilassatezza. Successivamente però è stata una continua angoscia perché sentivo il bisogno, volevo conoscere ulteriori dettagli che pur provocandomi grosse ferite e un ulteriore travaglio interiore, mi avrebbero dato la possibilità di apprezzare ancor di più la figura sbiadita che avevo di mio padre”.

Ricorda, per averlo sentito dalla madre, che suo padre, come se si aspettasse quella sorte, aveva lasciato insolitamente la fede e una collanina per poi scomparire nel nulla. I bambini hanno seguito con molta attenzione il ricordo della sventurata fine di un loro compaesano, nato nel lontano 1908, ed hanno partecipato alla discussione ordinata che ne è scaturita ponendo domande su domande alla sig.ra Bruno che di buon grado, malgrado la morte nel cuore, è riuscita a esaudire. Un plauso va sicuramente al dirigente scolastico prof. Muscolino, che per impegni precedenti non ha potuto essere presente, e agli insegnanti Ricciardi, Sturiale e Sgarlata che ne hanno autorizzato e coordinato l’incontro “ per riannodare i fili di una memoria spezzata”.