Domenico Bruno: un eroe dimenticato - ARTICOLO DEL 10 FEBBRAIO 2006 - www.mandanici.net

Nell’occasione della giornata del ricordo dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, giuliani e dalmati la Gazzetta del sud di venerdì 10 febbraio 2006 ha dedicato l’intera pagina 23 ai 57 messinesi scomparsi nel nulla o più verosimilmente nelle voragini rocciose carsiche a forma d’imbuto rovesciato, comunemente dette foibe. Anche Mandanici diede il suo innocente tributo di sangue con il carabiniere Domenico Bruno. Prelevato dagli slavocomunisti dalla sua abitazione di Via Circonvallazione n.6 di Rovigno d’Istria  l’8 settembre del 1943, il giorno della firma dell’armistizio, non vi fece più ritorno essendo stato molto probabilmente  infoibato a Vines. Anch’egli come tanti altri carabinieri era rimasto al suo posto continuando a svolgere il suo servizio in ossequio all’ordine del generale Angelo Cerica. Immense e drammatiche le sofferenze che hanno segnato la vita della giovane moglie Giuseppina Randazzo e della piccola figlia Graziella. Entrambi sole, abbandonate fecero mestamente ritorno a Mandanici aspettando inutilmente il ritorno del proprio congiunto. Nell’albo d’oro approntato dall’associazione delle famiglie dei dispersi nell’ex Iugoslavia, ripreso dalla gazzetta del sud, in merito al nostro concittadino si legge “ Bruno Domenico di Nicolò e Grazia Famà, nato a Mandanici il 28 -11-1908, carabiniere in servizio a Rovigno, fu l’unico di tale stazione che l’8 settembre 1943 rifiutò di consegnare la divisa e le armi ai partigiani comunisti italo croati. Fu arrestato il 16 settembre 1943, assieme ad altri 16 italiani di Rovigno. Dopo alcuni giorni nelle carceri locali furono inviati a Pisino dove furono condannati dal tribunale popolare e giustiziati (?) prima dell’arrivo dei tedeschi nei primi giorni del mese di ottobre 1943. Nessuno dei 17 sventurati fu riconosciuto tra le salme riesumate dalle foibe istriane nell’autunno-inverno 1943.”

Farebbe bene, a nostro avviso, l’Amministrazione comunale a intitolare una strada del paese al nostro eroe per non dimenticare quanti nell’esercizio del proprio dovere hanno immolato la propria vita.