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4 Dicembre 2019

Da Facebook …….E ACCUSSI’, SIGNOR GIUDICE, HO SBATTUTO NELLO CULO DELLO SCECCO.

La foto che riporto è una vecchia cartolina di Mandanici, più volte postata su facebook, e che ci ha portato a discutere sull’epoca dello scatto e sulla identità di qualche presente. A me la foto ha fatto venire in mente un avvenimento tragicomico, che ricorda l’atto unico farsesco di Nino Martoglio “CIVITOTI IN PRETURA”, e che in quegli anni è avvenuto su quel ponte: UN CICLISTA HA TAMPONATO UN ASINO, ed i fatti sono stati dibattuti nelle aule giudiziarie della pretura di Alì Terme. Chi era il ciclista? Un personaggio particolare: “CAMMELU U PACCIU”. Per avere un’idea della comicità dei fatti bisognerebbe conoscere il soggetto e non so quanti tra chi legge queste righe lo hanno conosciuto e lo ricordano. Era soprannominato “u pacciu” ma non era da manicomio. Sicuramente soggetto molto particolare e potremmo dire “na gran camurrìa”. Non era sposato, viveva con la madre e non so come questa lo sopportasse. In casa vivevano senza corrente elettrica anche in tempi in cui ormai tutte le case erano illuminate. Mi è capitato di passare accanto a casa sua di sera ed ascoltarlo mentre, alla luce di “na lumera”, celebrava processi immaginari interpretando le varie parti. E magari nelle vesti di difensore urlava: “MI OPPONGO VOSTRO ONORE”.

Un incidente capitatogli su quel ponte è stata occasione imperdibile per essere protagonista di un processo vero. Tale processo, considerato che divertiva non poco sia il giudice che le difese, durò parecchio tempo con l’aula sempre affollata di divertiti spettatori. Qualche volta, per fare due risate, assistetti pure io a quella comica ed ecco in sintesi i fatti come descritti, nel suo italiano, da Carmelo: “SIG. GIUDICE, ERA PRIMAVERA E TUTTI SANNO CHE I SCECCHI MASCULI SUNNU IN CALORE E QUELLO IN QUESTIONE ERA PER GIUNTA GUIDATO DA UNA FIMMINA. LU SCECCU, QUANNU ARRIVAU IN MEZZU A LU PONTI SINTIU LU CIAURU DI NA SCECCA, S’INNARBURIAU, SAUTAU IN MENZU A LA STRADA E ACCUSSÌ, SIGNOR GIUDICE, IO, CHE MI RITIRAVO DALLA CAMPAGNA IN BICICLETTA, HO SBATTUTO NELLO CULO DELLO SCECCO”.

La proprietaria dell’asino, per smentire l’assunto di Carmelo, ha citato quale testimone “Peppi u Sparaceddu”, persona al tempo anziana, proprietario di quella casa sulla sinistra con la porta ad arco, d’avanti alla quale, come spesso faceva, era seduto con la moglie al momento dell’incidente. Carmelo, per rafforzare le sue tesi, ha tentato di coinvolgere nella questione anche me. Mi ha chiesto di effettuare una perizia giurata che certificasse la distanza dal posto dove era seduto il testimone al luogo dell’incidente, per dimostrare che, u Sparaceddu, vista anche la sua età, non aveva potuto ben vedere la dinamica dell’incidente. Evidentemente, visto il soggetto, mi son ben guardato dall’aderire alla richiesta.

Rosario Favata