Lo sapevate che…..
Quasi tutti i giorni in molti
attraversano il ponte che assicura il passaggio tra il
territorio di Mandanici e quello di Pagliara per recarsi
nelle contrade dinarini, riotto, liveri, mualio. Non tutti
sanno che il ponte è stato costruito, nel tratto più breve
sul passo detto anticamente della Provvidenza, negli anni
che vanno dal 1926 al 1928 sulla provinciale che avrebbe
dovuto ricongiungere Mandanici a Castroreale con un
tracciato completamente diverso da quello in atto esistente
in terra battuta. Il ponte dimostra tutti i suoi anni e
necessita di interventi di ordinaria e straordinaria
manutenzione come la costruzione di una briglia nel torrente
sottostante.
E’ un ponte in cemento armato
a unica arcata i cui lavori sono iniziati nel 1926 sotto il
cattivo auspicio. Infatti il 4 agosto di quell’anno,
abbastanza insolito per il periodo estivo, un violento
nubifragio si abbatté su Mandanici facendo ingrossare
rapidamente e a dismisura le acque del torrente Dinarini.
Trascinò con se tutte le impalcature predisposte per la
costruzione del ponte. Anche i fieranti (fiera del 4 agosto
del SS.Salvatore) subirono delle perdite, i covoni di grano
depositati lungo il torrente dai contadini fecero la stessa
fine.
A progettare il ponte fu
Antonio Ricciardi nato a Mandanici il 29 febbraio del 1892,
deceduto a Messina il 23 ottobre del 1944. A Firenze
conseguì il titolo di professore di disegno architettonico.
Finita la prima guerra
mondiale alla quale vi partecipò col grado di sottotenente
del genio zappatori, visse per qualche tempo a Firenze e
pure a Parigi. A lui si devono tante altre opere d’arte in
giro per tutta la Sicilia e a Messina in particolare. Siamo
bravi a dimenticare i nostri figli migliori, così come
abbiamo dimenticato che il ponte porta il nome Pietrafitta
ma non sappiamo il perché. Forse perché insiste sulla
contrada Pietrafitta?. Ci siamo mai chiesti chi fosse
Pietrafitta?
Di nome faceva Sebastiano ed
era di Mandanici anche se qualcuno erroneamente lo segna con
il dubbio fra le personalità illustri di Cosenza (Salvatore
Spiriti-Memorie degli scrittori cosentini). Fu filosofo,
medico e scienziato dottissimo vissuto a cavallo del
sedicesimo e diciassettesimo secolo. Si laureò a Salerno e
girò molto per l’Italia. Fu discepolo a Messina di Giovanni
Battista Cortesi. Scrisse “de sensuum externorum usu
affectionibusque: deque memoriae cum rationis laesione vitio,
medelaque tractatus” dato alle stampe da Perchacinus nel
1594. Scrisse pure insieme ad altri “Tripus delphicus”
stampato a Napoli nel 1635 da Scoriglio. Notizie del nostro
si trovano : “ negli annali dei tipografi messinesi del
cinquecento” di Achille Bonifacio, nel Mongitore e in tanti
altri autori del tempo. Uno studio più approfondito sul
nostro concittadino e sulle sue opere sarebbe importante per
la cultura e per la storia della nostra comunità. Il prof.
Rosario Moscheo dell’Università di Messina ci potrebbe
aiutare in tal senso.
La foto che vi proponiamo è
del 1927, è il gruppo di lavoratori maschi e femmine che ne
ha consentito la realizzazione.
|