ARTICOLO


Monastero SS.Annunziata. Una firma, una bruschetta.

Il gruppo di minoranza consiliare “Mandanici cambiare si può” dopo avere richiesto in Consiglio comunale la rescissione della convenzione con i monaci ortodossi per la concessione del monastero, ritorna all’attacco invitando la cittadinanza per il 28 febbraio e 1 marzo a firmare una petizione popolare affinché il sacro cenobio ritorni nella piena disponibilità dell’Amministrazione.

In merito anche noi vogliamo dire la nostra e per farlo occorre fare dei passi indietro a cominciare dall’ingloriosa fine cui fu destinato il monastero subito dopo la soppressione delle corporazioni religiose nel 1866.

Il nuovo Stato unitario, pur di fare cassa, vendette il nostro gioiello a dei privati cittadini i quali per tutto il secolo successivo lo utilizzarono, nella totale indifferenza, nel peggiore dei modi. Così all’inizio fu impiantata una conigliera, successivamente i locali della chiesetta divennero ricovero per capre e pecore, i soffitti uno dopo l’altro si sbriciolarono, le erbacce invasero il chiostro. In queste condizioni di evidente forte degrado si arriva a metà degli anni 1980 quando ci fu qualcuno che ebbe la forza di dire basta e con la grinta e la caparbietà che lo contraddistingue, in controtendenza con le perplessità dei suoi stessi compagni di cordata, riuscì ad acquisirlo nel 1987 al patrimonio comunale. Per chi avesse la memoria corta stiamo parlando di Ciccio Misiti allora assessore alla cultura e beni culturali del Comune di Mandanici.

L’amministrazione successiva guidata dall’ing. Concetto Merlino riuscì ad ottenere dall’Assessorato regionale ai beni culturali un cospicuo finanziamento nell’importo delle vecchie lire di 5.000.000.000 con lo scopo di recuperare il bene monumentale e renderlo fruibile con determinata destinazione d’uso.

Iniziarono i lavori sotto la stessa Amministrazione Merlino, dopo qualche anno sotto l’Amministrazione dell’avv. Giuseppe Magaraci i lavori si sono dovuti interrompere per la presenza di ordigni bellici della seconda guerra mondiale. Eliminati i pericoli si ultimarono i lavori sotto l’amministrazione del dott. Giuseppe Briguglio. Nella fase di ultimazione dei lavori di recupero si presentò un giorno in Comune, dopo aver fissato un appuntamento telefonico, l’ortodosso padre Nilos Vatopedinos facendo richiesta all’Amministrazione di ottenere in concessione il monastero in quanto gli ortodossi si ritengono gli eredi spirituali di quei padri basiliani che sin dagli inizi del dodicesimo secolo lo avevano avuto in affido da parte del gran conte Ruggero.

Ci furono i contrari, ci furono i perplessi, ci furono pure quelli che videro nella concessione uno di quei tanti grimaldelli che avrebbero consentito di fare uscire Mandanici dai suoi ristretti confini geografici e mentali. Alla notizia di una possibile concessione la Chiesa cattolica cercò di inserirsi nella trattativa. Arrivarono da Messina dei monaci cattolici i quali, forse su sollecitazione di qualcuno, non dimostrarono più di tanto interesse per un loro coinvolgimento, sottoponendo la loro disponibilità all’utilizzo anche dei terreni circostanti il monastero che non erano e non sono del Comune. Non se ne fece, pertanto, nulla e si ritornò ad elaborare la richiesta ortodossa. Inizia così la lunga e laboriosa procedura di concessione. Una rappresentanza comunale si recò a Bivongi per osservare direttamente le ricadute positive sul territorio di analoga concessione a favore degli ortodossi. L’Amministrazione comunale di quella cittadina ha espresso giudizi positivi sull’operato dei monaci rafforzando la tesi di quanti volevano gli ortodossi anche a Mandanici. Il 23 marzo 2001 il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I° venne a visitare il monastero i cui lavori erano in avanzato stato di ultimazione. In quella sede,alla presenza del Presidente della Giunta regionale On.le Vincenzo Leanza, di altre alte personalità politiche e di un numeroso pubblico di fedeli e di curiosi, il Patriarca dimostrò tutto il suo interesse per i luoghi da dove ha mosso “….. i primi passi del nostro pellegrinaggio attraverso questa isola trinacria partono, dunque, dalle montagne di Mandanici, da una palestra ascetica santificata da una mandria spirituale di monaci fedeli alla fede nicena….”.

Certamente l’Amministrazione, pur nel rispetto di tutti i credi religiosi,è laica, per cui la finalità religiosa non era prevalente su quanto si riteneva che questi monaci venuti dal lontano oriente avrebbero potuto dare in termini di visibilità e di ritorno economico per la collettività. I primi anni nel monastero si sono sviluppati moltissimi progetti legati in particolare all’Istituto ortodosso di studi “San Niceforo il solitario”. Basta andare all’archivio di questo sito per vederne e ricordare i più interessanti.

La chiesetta ove sono stati celebrati battesimi e matrimoni secondo il rito ortodosso è stata completamente addobbata di arredi sacri.

Non tutto però in questi ultimi tempi è filato liscio. All’interno della struttura gerarchica ortodossa si sono create delle frizioni con il conseguente apparente disinteresse provvisorio nei confronti del monastero e di Mandanici.

Questa breve ricostruzione cronologica, sicuramente noiosa, ha il solo scopo di far capire quanto sia difficile costruire un edificio, portare avanti una idea, una progettualità, al contrario di quanto invece risulta facile con una semplice carica di dinamite demolire tutto.

Nessuno credo voglia che la struttura ridiventi conigliera o ovile, anche se con connotati moderni.

Chiediamoci, cospargendoci il capo di cenere, se ci riteniamo capaci di gestire da soli un monumento di così grande valenza culturale e architettonica che in molti ci invidiano.

Facciamo passare la tempesta che sta attraversando il clero ortodosso. Invitiamo nuovamente il Patriarca di Costantinopoli a Mandanici perché dall’alto della Sua autorevolezza ci dia certezze sull’utilizzo di questo avamposto ortodosso in terra di Sicilia.


 


 

 

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Dico la mia

Sono Oxsana, ucraina, in Italia da 10 anni, da 6 vivo a Mandanici, sono stata accolta amichevolmente dagli abitanti. Amo questa terra e vorrei essere utile per il suo sviluppo e benessere. Mandanici, paesino bellissimo, per le sue vestigia storiche potrebbe essere meta di turisti provenienti da tutto  il Paese e da oltre i suoi confini. Credo che avendo vicino, nel suo territorio il monastero ortodosso, unico in Sicilia, se quello fosse gestito bene Mandanici acquisterebbe più alto valore turistico religioso e non.