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Diario di un evento molto speciale.

Finalmente dopo tanta lunga attesa la Statua della Madonna del Tindari con il Suo Bambino tra le braccia è arrivata nel nostro paese attraverso un percorso che conosciamo abbastanza bene per averlo utilizzato da secoli ogni qual volta nella seconda domenica di maggio ci si reca a Tindari per renderLe omaggio.

Considerato che il tragitto è in terra battuta padre Salvatore Orlando, parroco di Mandanici, ha inviato a Tindari Giuseppe De Lorenzo con il suo fuoristrada, tirato a lucido per l’occasione, per il trasferimento della Statua. Altri fedeli sono andati a Tindari con le loro auto per fare da scorta al Sacro simulacro.

All’arrivo, in contrada Pietrafitta, è stato come se l’intera comunità in attesa fosse stata investita e illuminata da una luce mistica che ci invitava al silenzio e al raccoglimento per raggiungere la pace dell’anima. Singolarmente siamo stati invitati dalla Madonna a guardarci dentro, a parlare ogni tanto con noi stessi, a volgere uno sguardo anche verso “gli altri”, a condividere con gesti di solidarietà le differenze con i più deboli.

La prima sensazione nell’avvicinarci è di stupore, quasi di incredulità, ci sembra difficile credere che proprio quella Statua venerata per tanti secoli dai nostri avi sia proprio qui davanti ai nostri occhi, davanti ai nostri cuori mariani. La mamma celeste mediatrice di grazie fa visita ai suoi figlioli, fa visita a quelli che per motivi di salute non sono potuti andare nello scorso maggio a Tindari, fa visita a quelli che distratti dalle luci ammalianti della modernizzazione sono impegnati a inseguire i falsi miti di oggi, fa visita pure a quelli che sopraffatti dagli impegni quotidiani del lavoro hanno dimenticato la preghiera.

Ad accogliere la Statua c’erano le autorità religiose guidate da S.E Calogero La Piana Arcivescovo di Messina, Padre Salvatore Orlando parroco di Mandanici, Locadi e Rocchenere impegnato al massimo per la riuscita dell’evento, padre Santino Caminiti parroco di Pagliara e Roccalumera. C’erano le autorità civili con le sciarpe tricolorate dei sindaci di Mandanici Armando Carpo, di Pagliara Santino Di Bella, di Roccalumera Gianni Miasi. C’era l’assessore provinciale ai LL.PP. Lino Monea, il consigliere provinciale Giuseppe Lombardo, il Sindaco di Alì Carmelo Satta C’erano le autorità militari rappresentate dal Comandante la stazione dei Carabinieri di Mandanici Maresciallo Rosario Carrolo. C’erano tantissimi devoti come non se ne vedevano da molto tempo.

A fare da splendida cornice all’evento un cielo magico e una temperatura frizzante che faceva da contrappunto al grande calore degli animi dei fedeli.

Il corteo diretto verso la Chiesa madre di Santa Domenica è stato accompagnato dalla banda musicale di Mongiuffi Melia, dai tanti labari religiosi delle singole Comunità, dagli stendardi dei tre Comuni portati dai Vigili urbani, dall’emblema della Croce Rossa con i suoi rappresentanti. I fedeli cantavano le lodi alla Madonna con ogni strofa intercalata dal refrain e dal ritmato suono del tamburo suonato con maestria e profonda devozione da Antonio Sturiale.

Evviva del Tindari la bella Maria

Evviva Maria e chi la creò

O madre del Tindari,sei bruna,ma bella

Sei fulgida stella nel torbido mar

Sei scudo tra l’ansie di lotte e perigli

Sei scorta ai tuoi figli,sei luce ed onor

Tra l’onde che sfumano ti guarda il nocchiero

Qui volge il pensiero chi lacero ha il cuor

Sei bruna ma irradia dal dolce tuo viso

Celeste sorriso di pace e amor

Chi anela alla patria ti guarda e confida

Tu al cielo sei guida sicura fedel.

Alle 19,30 il corteo è entrato in Chiesa, accompagnato da uno scampanìo festoso. La Chiesa era così tanto gremita da non consentire a tutti i presenti di potere partecipare alla cerimonia per cui in tanti si sono dovuti accontentare del sagrato. S.E. l’Arcivescovo ha concelebrato la santa messa con i sacerdoti presenti.

Alla fine di questa giornata indimenticabile per la nostra Comunità hanno preso la parola il Sindaco Armando Carpo e padre Salvatore Orlando.

Il corpo forestale, reparto antincendio, che ha seguito la cerimonia, è intervenuto prontamente per spegnere un principio d’incendio causato dai giochi pirotecnici.

 

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